giovedì 18 febbraio 2010

Gaia Conventi, La morte in pentola

Arcore, Villa Borromeo d'Adda

Nel surreale di una gita in pullman a Ferrara, con anziana Franca che si prende cura di anziana Iole rifilata dalla figlia, le vere protagoniste sono le pentole. Perché la pennellata di colore in questa novella di Gaia Conventi, La morte in pentola (Edizioni Forme Libere, 71 pagg., 11 euro) arriva dall'immancabile tentativo di vendere batterie da cucina mentre la comitiva è in viaggio verso la città d'arte. E' lo sfondo, ma anche l'umore di chi scrive, la voglia di far sorridere mentre si racconta di un omicidio, il gusto di costruire personaggi assurdi ma non troppo.
Uno degli ultimi racconti di Gaia, La morte scivola sotto la pelle, ha vinto il premio Gran Giallo Città di Cattolica, assegnato durante il Mystfest 2009, ed è stato pubblicato nel numero di dicembre del Giallo Mondadori. 

Quali parole usi per descrivere questo lungo racconto e invogliare alla sua lettura?
Da sempre sostengo si possa ridere di tutto e, anzi, sia giusto farlo. Ho applicato questa piccola regola al giallo, quello classico, fatto di indizi e false piste. "La morte in pentola" è una novella gialla che ho scritto per puro divertimento, mio e, si spera, di chi la leggerà. Qui ci sono tutti i miei amori, quello per i dialoghi briosi - che sono solita provare ad alta voce, con buona pace dei miei vicini che mi sentono blaterare da sola - quello per gli intrighi e, infine, per i personaggi stazzonati, irriverenti e terra terra.

Per te cosa significa scrivere?
Ho sentito qualcuno dire che si scrive per necessità, come se la carta contenesse ossigeno supplementare. Devo dire che sono tutto fuorché un'artista, io sono un'artigiana del giallo. Potrei scrivere o non scrivere, ma mi viene bene, e quindi sarebbe stupido smettere. Inventare un giallo è una cosa piuttosto divertente, mi ricorda quando da bambina giocavo coi Lego. Non prendo la faccenda sul serio, scrivere è un'avventura!

Un personaggio a cui sei particolarmente affezionata, di questo o di altri tuo romanzi e racconti?
Sono particolarmente legata a Ugo Passigli, di "Il bandolo della matassa", giallo storico ambientato a Ferrara tra le due guerre (in ebook su ArpaNet). Ugo viene scambiato per Italo Balbo e finisce in un intreccio pericoloso e complicato. Questa è stata la scusa per indagare sul passato della mia città, ma anche per scoprire la vita nelle colonie italiane. Sono una persona ridanciana e curiosa, con una spiccata propensione a cacciare il naso nella storia di quegli anni.


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