mercoledì 13 maggio 2009

Patrick Fogli, Vite spericolate

Esce oggi, per la collana Verdenero di Edizioni Ambiente, il nuovo noir di Patrick Fogli, Vite spericolate (203 pagg., 12 euro). Una tema di ecomafia, come impone la collana che sta raccogliendo i nomi più rappresentativi del genere italiano, ed un tema che non si finisce mai di conoscere, di comprendere nelle sue conseguenze silenziose e devastanti: l'amianto. Una storia che affonda in un dolore vissuto da vicino, seguito nelle sue pieghe più laceranti, che racconta di un killer capace di entrare nei polmoni con un solo respiro consumato nel luogo sbagliato, primo atto di un cammino lentissimo ma inesorabile. 

Il 6 aprile 2009 a Torino iniziava il maxi processo contro la multinazionale Eternit. Tremila persone e organizzazioni si sono costituite parti civili contro i due ex proprietari della multinazionale colpevoli di aver messo in pericolo la vita e l'integrità fisica di un gran numero di lavoratori e cittadini per amianto diffuso nei luoghi di lavoro. Vent'anni dopo la chiusura dello stabilimento, a Casale Monferrato si contano ogni anno cinquanta casi di malattie legate all'amianto e i medici locali stimano che 900 persone moriranno nei prossimi dieci anni. Vite spericolate parla di questo.

Perché l’amianto? Pensi che non se ne sia parlato abbastanza? 
"Essenzialmente per due motivi. Il primo è personale. Il mesotelioma da amianto ha colpito nella famiglia di due persone a cui voglio molto bene. Allora non pensavo nemmeno minimamente a questo libro, però è stato abbastanza immediato, una volta deciso di scriverlo, ricordarsi di quello che era successo. Il secondo motivo si lega alla seconda domanda. No, non se ne è parlato abbastanza. Se ne è parlato in certi momenti – la vicenda dei treni all'amianto, per esempio – o in contesti locali – penso alla Casaralta, a Bologna, per esempio – ma troppo poco a livello nazionale. Ora è appena partito il processo alla Eternit, un procedimento che riguarda oltre duemila morti. Non una cosa da poco. E non mi sembra di sentire tutto questo rumore sui giornali o in televisione". 

Il tuo metodo di scrittura si basa su un lavoro documentaristico preliminare. Lo hai fatto anche per questo libro e con che fonti? 
"Sì, anche stavolta, anche se meno che nel caso de Il tempo infranto. Le fonti sono molte. Tanto per citarne qualcuna ci sono diversi documentari che si possono trovare in rete, anche su youtube e che riportano testimonianze dirette di operai o famigliari di operai, racconti di cosa accadeva quando la fabbrica era aperta, di come veniva lavorato l'amianto. Mi sono informato sulle procedure mediche che riguardano il tentativo di curare il mesotelioma, il decorso della malattia, i sintomi, il modo in cui l'amianto attacca il sistema respiratorio e crea i presupposti per lo sviluppo del tumore. Molte cose. Anche qui, come nei casi precedenti, non è per niente difficile trovare materiale. Serve solo un po' di curiosità".

Cosa ti piace di questa collana?
"La voglia di raccontare quello che, spesso e volentieri, nessuno può o vuole raccontare".


L'intervista di Elisabetta Bucciarelli su Booksweb.tv





3 commenti:

elisabettabucciarelli ha detto...

C'è il video di Patrick su booksweb.tv. Che bello l'aggiornamento del perdono...
buona notte, tre giornate intense, eh ;o)
LIz

elisabettabucciarelli ha detto...

non l'hai detto che c'eri anche tu, seduta a guardarci...

SenzaUnaDestinazione ha detto...

Si c'ero, nell'angolino...